La nascita di XADV

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Salem
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La nascita di XADV

Messaggio da Salem »

È sempre interessante conoscere la genesi di una moto.


Unico nel suo genere, un genere nuovo, mai visto prima, sembra uscito dal cortometraggio animato “Akira”, must per tutti gli amanti dell’anime giapponese. Eppure i suoi natali sono italianissimi.

Honda X-ADV è stato ideato, disegnato e fortemente voluto Daniele Lucchesi, Planning Section Manager del centro R&D della sede romana della casa nipponica che, insieme al designer Maurizio Carbonara, già papà dell’Africa Twin, ha dato vita ad un nuovo segmento.

L’X-Adv di Honda è nato nella fantasia del design della Casa nipponica Daniele Lucchesi quando, con uno scooter a noleggio, ha cercato di raggiungere la spiaggia di Manganari, nell’isola di Ios, dove era stato anni prima con una enduro: bloccato dallo sterrato, ha pensato che sarebbe stato bello avere uno scooter in grado di arrivare al mare.
L’idea è cresciuta nel tempo e con l’aiuto di Maurizio Carbonara, ha convinto i vertici Honda a superare la dicotomia moto-scooter per fare un ulteriore passo dopo l’Integra, e unire così scooter e fuoristrada in un solo modello: l’ _XADV appunto.

Daniele Lucchesi è così preso bene dal successo meritato della sua creatura che è un fiume in piena, non c’è bisogno di fare domande, è lui che inizia a raccontare la storia della nascita di questo nuovo due ruote così innovativo. Ed è un piacere ascoltarlo, nel suo sguardo, nel modo pacato di raccontarti le cose, straripa tutta la sua passione, il suo impegno, il suo sacrificio e la sua pazienza, ma anche tanto divertimento. Una grande sfida iniziata nel 2013 e che oggi sta finalmente portando i suoi frutti. Daniele ha un’espressione soddisfatta e rilassata, si vede che ha seminato e lavorato bene.

Intervista a Daniele Lucchesi


E’ una storia un po’ particolare, all’inizio non era stata capita bene dal management giapponese.

Provavo a spiegare questo concetto che avevo in mente. Per loro lo scooter è scooter e l’adventure è adventure, non esistono punti di contatto tra questi due mondi. Il difficile è stato dimostrare con numeri e dati alla mano come un concept del genere avrebbe potuto funzionare.

Difficile dimostrare al livello numerico le potenzialità di un segmento che non esisteva.
In Honda volevano una prova quasi “scientifica” che spiegasse come un concept del genere avrebbe potuto incontrare un consenso. Ma invece di mollare ho continuato.

Negli anni abbiamo fatto tante proposte che alla fine non sono andate avanti, è il nostro lavoro qui, nel reparto R&D della sede di Roma, ideare nuovi modelli e seguire lo sviluppo di quelli esistenti. Oggi, rispetto a dieci anni fa, creare un nuovo modello in Honda è un processo lungo e complicato. E’ un processo globale che coinvolge diverse regioni e paesi con numerose problematiche. Per circa un anno ho continuato a lavorare a questo progetto, lo condividevo con i colleghi, soprattutto con quelli dei mercati europei.

Riflettendo sul successo di questo progetto mi sto guardando indietro cercando di ricostruire tutta la storia di questa operazione, soprattutto dal punto di vista metodologico, sto analizzando i punti principali, un percorso da utilizzare e applicare a nuovi progetti.

Si è vero, con uno scooter volevo raggiungere una spiaggia con la mia fidanzata e non ci sono riuscito, ma la verità è un altra: sono un appassionato di moto da fuoristrada, da sempre, sin da bambino.
Il discorso è che mi sono sempre mosso all’interno di Roma con un monocilindrico 600 cc da on/off, diciamo un quasi fuoristrada, perché ho sempre pensato che un mezzo del genere ha un vantaggio immenso in mezzo al traffico, sono compatti, leggeri, agili, nessun problema con buche e marciapiedi.
Certo è vero che in inverno è tutta un’altra cosa. Posavo la mia moto e prendevo uno dei nostri scooter che abbiamo a disposizione, un segmento che non ho mai amato troppo, però…

Quando sei bello coperto contro il freddo, puoi mettere la borsa nel sottosella, una serie di comodità e comfort che hanno un valore. Quindi dentro di me mi sono sempre detto: “ Che bello sarebbe unire questi due mondi, l’adventure e la robustezza con gli aspetti positivi dello scooter, protezione e praticità.“. Un’idea che ho sempre avuto, ma non ho mai tirato fuori. Mi dicevo che se ancora non l’aveva fatto nessuno un motivo c’era, sì, il Booster 50, ma è un’altra cosa…

Poi un giorno ci arrivò un video con il discorso del Presidente, sai quelle cose istituzionali che in azienda nessuno vede, e lì scattò il click. Il Presidente, appellandosi a tutti i reparti R&D del mondo, diceva di concentrarsi usando queste parole: expand joy of customer.

Effettivamente questa idea di mischiare scooter con off-road si identificava molto con questa esortazione, così ho iniziato a preparare e inviare presentazioni che, puntualmente, tornavano sempre indietro. Dopo circa un anno, il mio Presidente, mi ha chiamato e mi ha detto in inglese, tradotto in italiano, meglio, in romano: “Aoo mo hai rotto… Basta, ti assegno un budget, fai questo progetto e vai avanti, vedendo come ti impegni e come ne parli con i colleghi europei c’è una certa sintonia, un certo potenziale…”.
In quel momento avevo migliorato molto la presentazione portando come esempio i dati del segmento SUV.

Ci siamo isolati in una villa in nord Italia e lì Maurizio Carbonara ha tirato fuori questo schizzo. Io lo immaginavo diverso, più compatto, piccolo, ma alla fine, con il passare dei giorni, ho iniziato a vederlo sotto un altro aspetto.
Tanto che quello che Mauro ha disegnato è piaciuto molto e non è stato modificato, cosa che invece avviene per altri progetti, quello che vediamo oggi è al 95, 97% quello che Mauro aveva disegnato.

Avevo già accettato il “diktat” di usare la base del NC, anche se pensavo che non potesse funzionare su una moto/scooter completamente nuova. All’epoca presi l’Integra per provarlo e alla fine iniziai ad apprezzare delle cose, come il motore da 750 cc.

Nella mia mente c’era qualcosa di più piccolo, agile, ideale per fare i salti. Ma poi, ragionando, mi accorsi che forse poteva essere il giusto compromesso. Anche se avevamo paura che il progetto potesse prendere la deriva di un Integra modificato. Per non snaturare il progetto, Maurizio è stato cinque mesi in Giappone per supervisionare la realizzazione il modello in clay, un vero “cane da guardia”.

Discorso identico per quanto riguarda l’allestimento con una serie di caratteristiche imprenscindibili per questo nuovo segmento e sul quale non siamo scesi a compromessi.

Ma la grossa sorpresa è stato il prototipo, già in questa versione funzionava alla grande. Presentato a Milano nel 2015 nessuno credeva che l’X-ADV potesse prima o poi calcare le strade e, soprattutto, gli sterrati, ma in realtà era già in produzione. Poi nel 2016, sempre a Milano, il lancio ufficiale che ha sorpreso un po’ tutti.

Siamo rimasti sorpresi anche noi dell’uso che le persone ne fanno, molto off-road, una bella soddisfazione, vederli girare per la città. Oggi, ogni volta che ne vedo uno mi accosto con la moto e gli chiedo come va…



Fonte: MOTOBLOG.IT

Mi sento onorato di essere il Presidente di Xadvclubitalia ASD. Un club italiano nato da un progetto italiano.


Salem - #0002

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RobiXadv
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Re: La nascita di XADV

Messaggio da RobiXadv »

grazie Salem per la piacevole lettura.


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Jabba66b
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Re: La nascita di XADV

Messaggio da Jabba66b »

Grazie infinite Salem di quello che ci hai proposto..... Ho letto tutto con piacere...grazie...grazie...grazie.. _appl

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renegadewlf46
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Re: La nascita di XADV

Messaggio da renegadewlf46 »

👏👏👏👏grazie,bellissimo articolo,guidare l'X dopo questa lettura sarà ancor più emozionante👍👍👍👍

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greenX
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Re: La nascita di XADV

Messaggio da greenX »

Complimenti per l'articolo!

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Re: La nascita di XADV

Messaggio da Paolo Incagnoli »

Ciao a tutti, sono nuovo e per caso ho trovato questo forum a cui mi sono iscritto. Non conoscevo la storia e il progetto dell' X-ADV , sono rimasto contento della lettura. Grazie della pubblicazione. Inoltre sono molto contento della moto, l'ho comprata un anno fa e ho già fatto molti km, la mia prima uscita Milano Bormio, Passo dello Stelvio, e ritorno da Livigno, passando dalla Forcola di Livigno ed entrando in Svizzera e andando a Pontresina , poi Saint' Moritz, Maloja , villa di Chiavenna ecc. ecc. poi ritorno a Milano, Bellissimo giro, da rifare. Saluto yutti quanti e grazie di avermi preso in carico. di nuovo saluti.

vannomas
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Re: La nascita di XADV

Messaggio da vannomas »

...Oggi, ogni volta che ne vedo uno mi accosto con la moto e gli chiedo come va….
ma lui che lo ha progettato gira in moto ?? _hhuumm
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Alberto68
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Re: La nascita di XADV

Messaggio da Alberto68 »

_2230 Meglio tardi che mai, purtroppo non sono un buon lettore ma oggi mi sono voluto dedicare a questo articolo molto bello Grazie Samuele _2227
_2229 X_Men ALBERTO

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